sabato 23 maggio 2015

Alchemilla alchimista

Piove da un paio di giorni. In un lampo, giardino e orto si trasformano in jungla. Tutto cresce in fretta, si sviluppa e fiorisce. Il giardiniere è tappato in casa, nel fine settimana uggioso, a osservare dalla finestra l'intrico di vegetazione che gli ingarbuglia le aiuole, senza poter far nulla. A casa mia, l'edera americana srotola nuovi rami in cerca di appoggi; la potentilla selvatica sta sopraffacendo le povere fragole; le rose aprono fiori perplessi che si inzuppano di pioggia.


In un angolino ombroso, stanno proliferando, pur con una certa discrezione, due piantine di Alchemilla mollis. Sono arrivate l'anno scorso in una bustina acquistata da Lidl: due radicette secche e malconce che messe in terra hanno fatto gran poco, e dopo lungo tempo. A fine inverno nessuna traccia di loro. Dopo la prima pioggia di aprile, le scopro rinate e in gran forma, grazie all'acqua piovana e all'ombra che le nuove foglie della pianta di kaki proiettavano su di loro.



Oggi le trovo "imperlate" come Coco Chanel, evidentemente soddisfatte del maltempo. Siccome oltre al Lidl frequento anche Wikipedia, da lì imparo che la parola alchemilla (in inglese Lady's mantle) deriva "dall'arabo alkemelych (alchimia), perché gli alchimisti impegnavano tali piante per la ricerca della pietra filosofale, utilizzando l'acqua che si raccoglieva sulla superficie delle foglie".


Cosa faccio, la raccolgo anch'io?

2 commenti:

  1. In tedesco Frauenmantel, mantello delle donne, come in inglese e francese, questo perchè è preziosa per i disturbi femminili, ancora migliore l'alchemila montana, simile alla vulgaris ma con foglie molto più incise

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  2. Grazie Vera, ecco perchè quel nome strano!

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