domenica 27 ottobre 2013

Libri che ho letto di recente


Il giardiniere inglese - di Masolino d'Amico, ed. Skira, 2013, pp. 88, euro 13,00. Un ragazzo americano si reca da un professore inglese, di cui ha seguito in passato delle lezioni di letteratura, per intervistarlo in merito a un argomento su cui vorrebbe creare la sceneggiatura per una fiction televisiva: i grandi giardinieri inglesi del Sette-Ottocento. Il professore illustra all'ex studente, nell'arco di due giorni, l'esistenza e le opere di quello che è considerato il più grande paesaggista d'oltre Manica, Lancelot Brown (1716-1783), detto "Capability" per la sua bravura e per la sua fissazione nel cercare le soluzioni migliori per i suoi progetti nelle capacità, cioè nelle possibilità, nelle predisposizioni intrinseche dei parchi stessi sottoposti alle sue cure ad essere resi più belli.
Non un libro di giardinaggio spicciolo, non un romanzo, ma un lungo racconto scritto da un profondo conoscitore della cultura inglese. Un po' deludente il finale, perchè l'esile trama su cui il libro si sviluppa è giusto uno spunto per poter parlare di Capability Brown, e non "porta" da nessuna parte.


Piccoli giardini - progettare e coltivare terrazi e spazi verdi - di Andrew Wilson per la Royal Horticultural Society, ed. DeA, 2013, pp. 224, euro 20,00. Per inesperti, ma consigliatissimo a tutti. Il libro illustra in modo approfondito come creare un piccolo spazio verde cominciando dalle basi, come il tipo di terreno e il clima, passando dal progetto alla scelta dello stile e dei materiali, e spiegando come inserire elementi come l'acqua per renderlo perfetto. Tanti suggerimenti per facilitare le varie operazioni di costruzione e per disporre le piante per dare vita ad effetti ottici o per abbinarle correttamente. Un manuale di agile consultazione. Mi è piaciuto il fatto che l'autore, esperto di giardini in stile moderno, non sia ricorso alle solite foto di giardini country o con arredamenti shabby chic: stili meravigliosi ma di cui ultimamente, sul web, si usa e si abusa. Al limite della smelensaggine.


Giardino mania - di Philip de Bay & James Bolton, Federico Motta editore, 2001, 58.000 lire, pp. 400. L'ho acquistato usato, in una libreria che credo sia affiliata a Libraccio.it. Una raccolta di stampe antiche, dal Rinascimento fino al Novecento, riguardanti tutti gli aspetti del design del giardino: dai padiglioni alle serre, agli utensili da giardiniere alle cancellate alle fontane e ai vasi. Un volume di illustrazioni per appassionati del settore.

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Da lunedì sarò piuttosto occupata per tutta la settimana: chiedo scusa se non risponderò tempestivamente ai messaggi e ai commenti di amici blogger e lettori.

sabato 19 ottobre 2013

Fiori e foglie come fiamme

Anche quest'anno il Parthenocissus quinquefolia mi sta regalando delle grandi soddisfazioni. Peccato che le "vampate" dei suoi rossi e dei suoi gialli durino una, al massimo due settimane, per poi spegnersi in fretta.

Nel mio orto-giardino ancora in rifacimento, i crisantemi (Chrysanthemum x hort. "Rosa-porpora doppio") schioppettano di sfumature vivaci. Hanno una tonalità che sa di estate:

Ecco altri quattro crisantemini di cui non conosco la varietà, perchè acquistati compulsivamente a novembre in un supermercato in vasetti di 5 cm di diametro (sullo sfondo a sinistra, la recinzione col parthenocissus infuocato, dietro all'albero di cachi):

Quest'estate, i crisantemini sono cresciuti liberamente in terra sviluppandosi quanto volevano. Hanno raggiunto un'altezza di 40-50 cm, i loro fiori ora hanno colori più pieni di quando li ho comprati, ed emanano un intenso profumo di miele, cui gli insetti non sanno resistere:

Quando la mattina alle sei apro la finestra, nel buio si vedono distintamente i fiori gialli, come fossero lampadine (scusate, non ho la foto "in notturna", ma anche nelle foto diurne potete notare come risaltano).

Peccato che ai crisantemi, in Italia, sia stato legato quasi indissolubilmente il concetto di fiori "da cimitero". All'estero sono invece trattati come normali piante da regalare in qualsiasi occasione.
Io li ritengo un'importante risorsa per il giardino domestico, grazie ai loro colori accesi e vibranti, sfoggiati proprio quando il clima è nuvoloso o c'è nebbia. E dalle mie parti c'è spesso nuvolo e nebbia...

lunedì 14 ottobre 2013

Il mio primo Trycirtis

Il primo trycirtis l'ho visto sul blog di Renato Ronco, un paio di anni fa. Mi ha incantata subito. Nell'estate 2011 per caso ne trovo due rizomi in vendita in vivaio, e li interro in giardino: non ne nasce un piffero.


A ottobre, l'anno scorso, in un vivaio specializzato ne scovo diverse varietà, e me ne porto a casa due: il Trycirtis hybrida "Imperial banner", con foglie variegate e fiore viola-blu, e lo "Shimone", con foglie verde chiaro uniformi e fiori viola ametista.
Conservato in inverno in serra, non appena rispuntato, questa primavera l'Imperial banner è stato divorato dalle lumache. Sono poi riuscita a farlo "risorgere", ovvero a fargli ributtare le foglie; ma una seconda razzolata delle lumache me lo ha fatto fuori definitivamente. Peccato, era il più bello tra le mie due varietà.


Lo Shimone invece è vissuto bene tutta l'estate, anche esposto in pieno sole, e delle lumache non si è neanche accorto. Non ha un fogliame particolarmente interessante, e come tutti i trycirtis mi sembra una specie più da coltivare per essere osservata da vicino, che non per creare macchie di colore.
In questi giorni si sono aperti i "miei" primi fiori: come tutti dicono, sembrano orchidee (il loro soprannome è infatti "giglio-orchidea"), fiori esotici. Aggiungono ulteriore fascino al fiore, già di forma insolita, i numerosi puntini di colore violaceo che si distribuiscono sui petali carnosi a sfondo bianco.


Anche qualcun altro di recente ha parlato dei propri trycirtis. Vedete bene che tutti noi che li coltiviamo ne siamo estasiati!

venerdì 11 ottobre 2013

Appuntamento per gli amanti dei settembrini


Maestra nell'organizzare eventi stagionali di grande suggestione presso il proprio vivaio, la famiglia Priola anche quest'autunno ha in serbo un "porte aperte" speciale per chi avesse un po' di tempo libero nel fine settimana fra il 12 e il 13 ottobre. 
Se siete appassionati di settembrini ed erbacee perenni, o volete trovare qualcosa che dia un tocco fiorito al vostro giardino tra ottobre e novembre, non potete perdervi l'occasione. Avrete modo di ammirare le aiuole meravigliose che i Priola predispongono accostando sapientemente le piante che vendono, e vi stupiranno con idee da copiare facilmente a casa vostra.

http://www.youtube.com/watch?v=I3OcqGa2Q5s

P.S: nessuna ricompensa, in alcuna forma, è stata corrisposta per la pubblicazione di questo post.

domenica 6 ottobre 2013

Diario della mia Callicarpa dichotoma "Issai"

La Callicarpa dichotoma "Issai" è una pianta non ancora molto conosciuta, ma che comincia ad arrivare anche nei garden center non specializzati.
Piccolo arbusto, alto meno di due metri da adulto, la sua caratteristica maggiore sono le bacche viola che produce in questo periodo, all'inizio dell'autunno.
Siccome è il primo anno che la coltivo, da luglio ho osservato la fioritura della mia callicarpa aprirsi e poi formare i minuscoli frutti.

META' LUGLIO


Fiori microscopici, di un lilla chiarissimo, si schiudono lungo i rami, dal basso verso le estremità. Mano a mano che sfioriscono, già si vedono le piccole bacche verdi che maturano.



PRIMI DI SETTEMBRE

Le bacche progressivamente si scuriscono. Le prime a colorarsi sono quelle più in basso, le più vicine al fusto. Il loro viola è leggermente pallido:


FINE DI SETTEMBRE

Ad essere dei bravi fotografi, nel ritrarre la callicarpa se ne potrebbero ricavare delle belle foto ad effetto. Accontentatevi delle mie:


  

PRIMI DI OTTOBRE

Le bacche sono ormai tutte viola, e il loro colore si è fatto molto intenso.

  

Queste bacche dureranno ancora un paio di mesi, prima di seccare e cadere. A dicembre, la callicarpa perderà tutte le foglie, fino a sembrare un mucchio di bastoncini morti. Io la terrò in vaso, vicino al muro di casa. A primavera riemetterà le foglie, minute, di un verde non scurissimo. 
Le bacche viole della callicarpa ricordano molto il colore dei fiori a spiga della HebeDonna "Anna". Le due piante vicine stanno bene, ma solo esteticamente, perchè la hebe non resiste al freddo, per cui sarà difficile tenerle sempre nello stesso vaso. I loro fogliami contrastano in modo elegante: la callicarpa, come ho già detto, ha foglie un po' chiare, la hebe più scure.


Qui, la mia callicarpa in vaso con dei coreopsis. I rami sottili si incurvano dolcemente sotto il peso delle bacche.