martedì 5 novembre 2013

Mercatino domenicale di Puerto Rico (Gran Canaria)

Domenica 3 novembre 2013: ecco cosa coltivano e vendono nelle isole canarie.

Il clima di Gran Canaria, come sulle altre isole dell'arcipelago, è mite tutto l'anno. Questo permette la coltivazione di piante per noi esotiche, che chiedono temperature costantemente alte per crescere e per far maturare i frutti, e la coltivazione di ortaggi per noi comuni, come i pomodori.
Ho avuto modo di provare gli agrumi locali: hanno un sapore meno pungente di quelli mediterranei.
Le coltivazioni a Gran Canaria sono per lo più praticate nel nord dell'isola, più piovoso del sud. Nella parte meridionale dell'isola invece l'acqua scarseggia e le terre, soprattutto negli ultimi trent'anni, sono state destinate preferibilmente alla costruzione di imponenti complessi alberghieri e centri commerciali. Queste attività infatti sono più redditizie rispetto all'agricoltura, meno faticose e meno soggette ai capricci meteorologici.
Nel mercatino si vendono anche spezie e miele, sempre di produzione isolana. La vendita avviene "sfusa", come dal nostro droghiere.
A Gran Canaria non potevano mancare i bananeti. I caschi di banane vengono raccolti ancora verdi dalle piante, coltivate a cielo aperto o in serra. I caschi li si trova ancora corredati del ramo da cui sono cresciuti, appesi "a testa in giù".
Frutti esotici di cui non conosco l'eventuale nome in italiano. Ho provato il guayabo: ha un buon sapore, polpa arancione piena di semi, simile alla papaya. Odore pungente.
"Kaki", come dice il cartello. Mi diverte il fatto che anche qui non sappiano a qualle ortografia conformarsi: su un altro cartellino ho trovato "caqui". In italiano oscilliamo tra i cachi e i kaki, e la forma singolare è ancora più imbarazzante.
Castagne e cachi come da noi, quindi, ma di dimensioni più piccole. Prezzi ben più convenienti. I castagni si possono trovare solo nel nord dell'isola.
Ad una bancarella, utilizzando un apposito macchinario, schiacciano i fusti delle canne da zucchero dopo averli tagliati a metà per il lungo. Ne estraggono un succo che viene venduto a bicchieri al momento. 2 euro e cinquanta.

Regole igieniche zero. Ciò nonostante, ho assaggiato un bicchiere di questo succo che è presentato come mojito: mescolato a succo di limone ghiacciato, è dolce e rinfrescante. Be', è canna da zucchero...
Accompagnamento musicale, fotografatissimo dai turisti, prevalentemente inglesi, svedesi, olandesi.

La signora con la gonna azzurra suona uno strumento composto da...ossa. Purtroppo continuava a suonare, e non ho potuto chiederle nè il nome dello strumento, nè di quale animale fossero le ossa.
Venditrici in abiti tipici, ma i tratti somatici mi hanno attirato più dell'abbigliamento. Signore cortesi, serie, precise al centavos nel dare il resto. Su prezzi sempre modestissimi.
Anche qui è sentita l'esigenza della coltivazione biologica certificata. Ma poi, sulla bancarella, la frutta tutti la maneggiano senza guantini di plastica e ci parlano sopra sputacchiando. Le mie sicurezze sanitarie continentali si scontrano col fascino che questo mercatino semplice e genuino esercita sulla mia curiosità botanica!

5 commenti:

  1. irresistibilee colorato, mi ricorda molto un mercato visitato in Chiapas, li c'erano molti più peperoncini, Marina

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    1. Peperoncini del Chiapas, non oso immaginare quanto fossero piccanti!!!

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  2. In un luogo neanche poi così lontano, tante cose da scoprire. Molto interessante. Spero prima o poi di poterci andare anch'io; per ora, con due figlie che studiano fuori casa, dobbiamo fare qualche sacrificio. Mi consolo con i vostri reportage!

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  3. E io invece viaggio finchè posso, finchè sono libera... e finchè lo stipendio me lo permette...

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  4. grazie di questo reportage alimentare da gran canaria è sempre interessante vedere cosa mangiano e cosa producono gli altri, brava

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