giovedì 15 agosto 2013

Ibischi mostruosi e buon Ferragosto

Gli ibischi sono splendide piante appartenenti alla famiglia delle malvacee. Il loro genere raccoglie 200 specie, e si divide in alberi, annuali, perenni erbacee, decidui e sempreverdi, provenienti dai climi tropicali e subtropicali. Gli ibischi si sono adattati a vivere negli habitat più disparati, come boschi umidi, rive di fiumi e luoghi rocciosi. I più famosi e forse più diffusi sono i rosa-sinensis, grandi arbusti presenti in tutti i vivai coi loro magnifici colori, che producono fiori eleganti, corolle larghe fino a una decina di centimetri. Amano però le temperature elevate, e a casa mia non resistono durante l'inverno, se non ricoverati in casa. L'anno successivo all'acquisto, fanno fatica a riprendersi, e crescendo si sviluppano a cespuglio in maniera disordinata. Sul lago di Garda è facile vederli nelle cassette intorno ai tavolini dei bar. Verranno lasciati lì fino all'arrivo dei primi freddi, dove moriranno abbandonati a se stessi.
Un paio di anni fa, attraversando un paese delle mie zone, mi cade l'occhio sul piccolo giardino di una casetta, e noto un fiore di proporzioni enormi, grande come una faccia e più. L'anno successivo, scopro di cosa si tratta, e lo acquisto in un vivaio: è l'Hibiscus palustris.


Detto anche moscheutos, è una perenne erbacea (la parte aerea muore completamente in inverno, ma le radici sopravvivono sotto terra). La sua caratteristica è proprio quella di produrre fiori giganteschi, di colori vivaci (bianchi con cuore rosso, rosa, bordeaux). Questi fiori sono effimeri, come quelli degli ibischi comuni.
L'ibisco palustre è, come suggerisce il nome, originario delle zone palustri degli Stati Uniti, e può crescere fino a due metri e mezzo di altezza, se coltivano in piena terra, umida. Il mio sta in vaso, e se l'anno scorso era alto 70 cm, quest'anno è arrivato a un paio di metri. Esagerato sotto tutti gli aspetti.
I boccioli si aprono solo in pienissimo sole, e quando le temperature sono elevate:il che significa da luglio fino ai primi di settembre, parlando del Veneto. Dopodichè, appena la temperatura accenna ad abbassarsi, smette di fiorire; con i primi freddi ingiallisce, secca i rami e se ne va inderogabilmente in letargo.
Quando i boccioli non sono ancora schiusi, ma stanno per farlo, hanno una curiosa forma che ricorda certi gelati alla panna:


Sebbene sia "palustre", questa pianta però non ama i ristagni idrici. Infatti l'anno scorso avevo due ibischi così, uno bianco e uno rosa, ma quello rosa è morto in maggio a seguito delle insistenti piogge. Le radici sono marcite. Per cui, coltivate questa pianta in terreni freschi, irrigati ma mai fradici troppo a lungo. Se tenete la pianta in vaso, usate terricci ricchi di sostanza organica, e in estate innaffiate abbondantemente.
Tutti gli ibischi sono famosi per la loro voracità idrica. Se poi parliamo dei palustri, preparatevi a veder prosciugata la vostra falda acquifera! Il mio ibiscone, quando fa molto caldo, pretende il sottovaso costantemente pieno:

Però che fiori!

BUON FERRAGOSTO A TUTTI, soprattutto a chi oggi gli tocca lavorare, per garantire servizi urgenti o per coprire i turni di chi è in ferie.

6 commenti:

  1. ciao

    interessante, non ne avevo mai sentito parlare nè visti in vendita.
    quasi quasi ci faccio un pensierino... ma mi spaventa l'altezza .... qui quando tira vento mi massacra le altee che non arrivano a due metri ... figuriamoci un ibisco che arriva a 2,5 ....
    comunque buono a sapersi.grazie , ciao

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    1. Io sono sempre in ansia quando vedo avvicinarsi un nuvolone scuro, perchè ho paura della grandine... ciao Pilus buona domenica!

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  2. Gli ibiscus sono piante generose e facilmente coltivabili; dalle mie parti l'ibiscus syriacus ad esempio, si trova dappertutto, tanto che viene quasi a noia; lo stesso mi succede con la bignonia. Quella che descrivi tu è davvero particolare; immagino sia necessario un vaso molto grande.

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    1. Neanche tanto, quello che ho adesso sarà un venti-venticinque centimetri di diametro. L'anno prossimo voglio provare a metterlo in piena terra.

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  3. non avevo mai associato il fiore dell'ibisco al cono alla panna però è vero da l'idea

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