domenica 4 marzo 2012

Libro: L'anno del giardiniere - di K. Capek



Questo post è dedicato al grande Lucio Dalla, recentemente scomparso, che oggi avrebbe compiuto 69 anni. Ciao Lucio!

"L'anno del giardiniere" è un piccolo libro di Karel Capek, scrittore e giornalista ceco (1890-1938), il primo a utilizzare la parola "robot" in letteratura (la inventò suo fratello). Di recente, questo libro è stato ripubblicato da Sellerio in un formato di ridotte dimensioni (15,5x10,5 cm), con una sovracoperta di carta fabbricata a mano (l'immagine della copertina è un adesivo).
Capek si era profondamente appassionato al giardinaggio dopo aver acquistato, nel 1925, una villa con giardino nei pressi di Praga. Ne "L'anno del giardiniere" traccia un ironico ritratto di quello che è il coltivatore dilettante, preso tra stagioni che si susseguono ognuna con impegni e difficoltà diverse. Ce lo rappresenta divorato dalla smania di possedere sempre più esemplari con cui costipa aiole, casa e terrazzi, o mentre doma il tubo dell'acqua per innaffiare, o mentre si ingegna a difendere dal maltempo e dai parassiti le sue creature verdi. Il libro, ovviamente, non è un manuale di giardinaggio, ma un divertentissimo resoconto-caricatura di quello che è l'aspirante giardiniere. Consigliato per farsi due risate!

"Finchè ero solo uno spettatore lontano e distratto al cospetto dell'opera finita dei giardinieri, ritenevo i giardinieri persone dall'animo particolarmente poetico e delicato, che coltivano il profumo dei fiori, ascoltando il canto degli uccelli. Ora che guardo la faccenda più da vicino, trovo che il vero giardiniere non è una persona che coltiva fiori; è un uomo che coltiva il terreno. E' una creatura che sprofonda nella terra e lascia vedere a noi, fannulloni ficcanaso, solo quello che sta in alto. Vive immerso nella terra. Costruisce il proprio monumento con un mucchio di composta. Se arrivasse nel giardino dell'Eden, annuserebbe inebriato e direbbe: "Qui, Buon Dio, c'è l'humus!".
Penso che dimenticherebbe di mangiare il frutto dell'Albero della Conoscenza del bene e del male; piuttosto guarderebbe come poter portare via al Signore una carriola di terriccio del paradiso. Oppure scoprirebbe che l'Albero della Conoscenza del bene e del male non ha intorno una bella conca rotonda, e comincerebbe a darsi da fare nel terreno, non sapendo nemmeno cosa gli pende sopra la testa. "Adamo, dove sei?" chiamerebbe il Signore. "Un attimo" risponderebbe il giardiniere da sopra la spalla, "adesso non ho tempo" e continuerebbe a fare la sua conca" (pp. 51-52).

4 commenti:

  1. Metto anche questo libro nella lista dei desideri che ho sul computer!

    Lucio per sempre nei nostri cuori, insieme a Fabrizio, Augusto e Pierangelo. Il primo 33 giri che mi sono comprato era una raccolta delle sue canzoni!

    RispondiElimina
  2. Risposte
    1. Ah! Bellissimo. L'ho sempre nel comodino. L'ho comprato incuriosito due anni fa. Incuriosito perchè Capek lo conoscevo per essere colui che aveva coniato il termine "robot" ...per cui non capivo cosa avesse da dire sui giardini. È stata un grande sorpresa. Tanta ironia, ma soprattutto la sorpresa fu scoprire che chi scriveva non era solo un "appassionato"! Ne ho regalato addirittura una copia a Renato, che in quel periodo aveva appena pubblicato un libro, che anche se non era strutturato sui mesi come quello di Capek, era molto vicino ...nello spirito!

      Elimina
  3. Ciao Taro! a me ha sorpreso l'attenzione di Capek per il terreno: è proprio vero, il giardiniere vive DI terra, NELLA terra, quasi più che TRA le piante.

    RispondiElimina

A causa di troppi messaggi spam, ho dovuto impedire i commenti di anonimi.